Nel 1926, la Marina Italiana, per fronteggiare il nuovo indirizzo di costruzioni impostato dalla Marina Francese (consistente nella realizzazione di grossi cacciatorpediniere veloci e potentemente armati), studiò un nuovo tipo di unità con armamento e velocità superiore a quello dei normali cacciatorpediniere ma sacrificando in modo pressoché totale la protezione.
Queste unità di nuova concezione, realizzate in una prima serie di quattro navi, vennero classificate Incrociatori leggeri che risultaranno, in ultima analisi, unità molto leggere e vulnerabili.
La loro protezione era stata studiata tenendo conto del tipo di munizionamento in uso presso le varie Marine del tempo su unità similari e non prevedendo l'impiego in combattimento contro incrociatori più protetti e meglio armati. Anche la capacità di reazione balistica dei "di Giussano" poteva essere dannosamente influenzata con mare agitato.
Preso in consegna dalla Marina il 10 febbraio 1932, l'incrociatore Bartolomeo Colleoni partecipò alla normale attività della Flotta, sino al novembre 1938, data in cui lasciò l'Italia essendo destinato a sostituire l'incrociatore Raimondo Montecuccoli nel servizio di stazionario in Estremo Oriente.
Partito dalla Spezia il 16 novembre 1938, il Colleoni raggiunse Shanghai il 23 dicembre.
Con l'inizio del secondo conflitto mondiale, il Colleoni ricevette ordine di rimpatriare Lo stesso 1° ottobre l'incrociatore lasciò Shanghai, e dopo aver toccato Singapore, Colombo e Massaua, giunse a Gaeta il 28 ottobre.
Al rientro dall'Estremo Oriente il Colleoni fu assegnato alla Seconda Squadra costituendo la Seconda Divisione (Ammiraglio di Divisione Carlo Cattaneo) insieme col Bande Nere.
Nel corso della sua breve attività bellica (10 giugno - 19 luglio 1940) il Colleoni effettuò 6 missioni di guerra: 3 per ricerca di navi nemiche; 2 per protezione di convogli, 1 per posa di mine. La prima uscita in mare dell'incrociatore avvenne il giorno stesso della dichiarazione di guerra dell'Italia per proteggere un'operazione di posa di mine nel Canale di Sicilia.
Fra il 6 e l'8 luglio, mentre l'intera Squadra era in mare e si preannunciava imminente uno scontro con la Mediterranean Fleet (Punta Stilo), il Colleoni, insieme col Bande Nere, con la Decima Squadriglia Cacciatorpediniere e con la Quarta Torpediniere, assicurò la scorta ad un convoglio formato dai piroscafi Esperia, Marco Foscarini, Vettor Pisani e Calitea, diretto da Napoli a Bengasi.
Condotta a termine la missione la Seconda Divisione fu dislocata a Tripoli. Dopodichè, Supermarina decise che gli incrociatori si trasferissero alla base di Lero, nel Dodecaneso, dopo aver eseguito il bombardamento di Sollum. La sera del 17 luglio la Seconda Divisione lasciò Tripoli, dopo aver ricevuto l'ordine di dirigere direttamente per l'Egeo senza effettuare la prevista azione di fuoco contro Sollum.
Nella mattinata del 19, mentre il Colleoni ed il Bande Nere si trovavano a poco più di sei miglia da Capo Spada (isola di Creta), vennero intercettati da una formazione navale britannica costituita dall'incrociatore Sydney e da cinque cacciatorpediniere. Ne scaturì un violento combattimento nel corso del quale il Colleoni venne ripetutamente centrato dal tiro nemico.Colpito gravemente nell'opera viva e con incendio a bordo, l'incrociatore rimase immobilizzato alla mercé del nemico. Venne finito dai siluri dei cacciatorpediniere "Hyperion" ed "Ilex". Scomparve alle ore 09.00, a circa 6,4 miglia da Capo Spada.
La gemella Alberto da GIUSSANO, entrata in servizio alla fine degli anni trenta ed effettuo' missioni nel mediterraneo occidentale partecipando alla Guerra di Spagna. Durante il secondo conflitto partecipò alla Battaglia di Punto Stilo e scortò i convogli da Napoli a Bengasi. Verso la fine di novembre del 1941, si rese urgente l'invio di grossi quantitativi di rifornimenti di benzina avio, nafta, viveri e munizioni mirate ad alimentare il fronte nordafricano dell'Asse. In quel periodo numeroso naviglio nazionale mercantile infatti, si era perduto sulle rotte per l'Africa per mezzo della Forza K composta da naviglio veloce inglese, di stanza a Malta, e quindi Supermarina convenne, che l'invio di una formazione di veloci incrociatori leggeri carichi di materiali potesse risolvere questa situazione urgente che si era venuta a creare. Furono prescelti per questa esigenza, gli incrociatori leggeri Alberto da Giussano e Alberico da Barbiano, (scortati dalla torpediniere Cigno) costituenti la IVª Divisione. Il da Giussano con la gemella da Barbiano dopo aver caricato il materiale da trasportare a Brindisi ( vi erano anche 135 militari e operai militarizzati che rientravano in Africa dalla licenza fruita in patria) arrivarono a Palermo da dove partirono, il 12 dicembre 1941 per fare rotta su Bengasi; durante la navigazione furono intercettati da unità inglesi (caccia "Sikh", "Maori", "Legion" e dal caccia olandese "Isaac Sweers") partite da Gibilterra. Alle ore 3.24 del 13 Dicembre 1941 venne colpito da due siluri lanciatigli dal caccia "Legion" che scoppiando a sinistra, all'altezza della sala macchine di prora tranciò con lo scoppio delle grosse tubazioni di comunicazione del vapore alla motrice di prora, ustionando gran parte del personale di macchina e fermado così la motrice che muoveva l'elica dell'asse di sinistra. Inoltre la nave venne centrata anch'essa dalle cannonate che la colpirono presso il castello di prora vicino l'infermeria di bordo e nella s.d.t. di poppa, ferendo gran parte del personale. Altri colpi caddero molto vicino ai depositi munizioni dei cannoni da 100/47, per cui, per scongiurarne l'esplosione, il da Giussano, in preda alle fiamme e illuminato nella notte dai bagliori degli incendi era perduto irrimediabilmente. segui l'ordine di «abbandono nave». Inoltre poco dopo, aerei inglesi giunsero in zona, illuminando con razzi e mitragliando in direzione dei naufraghi uccidendone diversi. Alle 04:30 circa, dopo appena un'ora dal primo colpo giunto a bordo, l'Alberto da Giussano si spezzò in due tronconi e si inabissò a 2,5 miglia a est-sud-est di capo Bon, a circa mille metri dall'Alberico da Barbiano, sceso quasi subito dopo essere stato colpito. Molti naufraghi, che contavano nelle loro file molti ustionati furono quindi raccolti dalla torpediniera "Cigno", che si era temporaneamente allontanata durante le prime operazioni di soccorso, per il sopraggiungere dei mitragliamenti aerei.
La gemella Alberico da BARBIANO, come la gemella Alberto da GIUSSANO effettuo' missioni nel mediterraneo occidentale partecipando alla Guerra di Spagna. Durante conflitto svolse quattro missioni di guerra partecipando allo scontro di Punta Stilo e alla scorta convogli da Napoli per Bengasi. Dal 1940 fu dislocato a Pola per lavori e addestramento allievi.
Come detto precedentemente per il da Giussano partì da Palermo, condividendo la sorte di quest'ultima in quanto alle 03:20, fu centrata da diverse cannonate in coperta e in plancia prendendo subito fuoco e saltando dopo qualche minuto praticamente in aria, per il continuo scoppio in coperta di fusti di benzina affondando praticamente alle ore 03.35 dopo essere stato colpito anche da un siluro. L'ammiraglio Toscano e lo Stato Maggiore dell'unità scomparvero in mare e come loro, moltissimo del personale imbarcato, a causa delle esplosioni che bloccarono il personale sottocoperta e la repentinità dell'affondamento.
La gemella Giovanni delle BANDE NERE, come la gemella Alberto da GIUSSANO effettuo' missioni nel mediterraneo occidentale partecipando alla Guerra di Spagna. Partecipò alla battaglia della Seconda Sirte il 22 marzo 1942. Durante il trasferimento da Messina a la Spezia il 1° aprile 1942 fu colpito da due siluri lanciati dal sommergibile inglese "Urge". Si spezzò in due è affondò a 11 miglia a sud-est di Stromboli.